Almeno hanno gettato via la maschera e si sono rivelati per quello che sono.
Li avevamo già etichettati come neotalebani ed i seguaci dell'onorevole Ciccanti (UdC) non ci hanno smentito, esordendo in campagna elettorale con un manifesto chiaro e significativo delle propria (in)cultura: quella del sospetto e della denigrazione.
Tale comportamento è sicuramente viziato da una certa recidiva poichè nell'aprile 2008, in occasione, delle elezioni politiche, la stessa UdC locale aveva bollato come "traditori" tre consiglieri comunali che avevano deciso di non appoggiare la (suicida ed improduttiva) tattica di Casini e che avevano scelto di passare con il PdL.
Non è che tale comportamento gli abbia portato bene, ma tanto è.
Peccato che ancora qualche giorno fa c'era un altro cartellone dello stesso partito con una colomba pasquale stilizzata con l'ecumenica frase: "Smettetela di litigare" a firma del suo stesso leader.
Diciamo subito che litigare non è insultare o tradire e magari, almeno formalmente, la parola del capo è salva. Però non possiamo non sottolineare che, pur nelle asperità di una campagna elettorale fondamentale come quella che si sta svolgendo ad Ascoli, fino ad adesso le cose si erano svolte con durezza ma anche con un certo fair play tra tutti i candidati.
Fino ad adesso, perchè quel cartellone dell'Udc cambia tutto.
Sappiamo benissimo che inquinare le acque e alzare i toni fino alla rissa sia la tattica preferita di coloro che fanno cilecca, ma, almeno noi, non ci cadiamo.
Rimangano nel loro guano e mestino nei torbidi sottoboschi dell'inganno e della delazione.
Il problema è loro e di chi li sostiene, anche se dal 13 e 14 aprile 2008 l'UdC non ne ha azzeccata una. Basti pensare alle primarie democratiche ed al soccorso bianco(fiore) prestato al candidato Brandimarti risultato poi sconfitto dal candidato Canzian.
Potrebbero piacere o non piacere uno o tutti e due i nomi scritti su quel cartellone, ma non è questo il punto. Il punto è che si tratta di rispetto e di educazione. In politica non bisogna mai arrivare a pensare all'altro come un nemico, ma solo come avversario che si può combattere a muso duro e con asprezza di toni e di parole.
Ma sulla faccia e non con la calunnia e con il sospetto.
Peccato che in questo vortice di veleni abbiano trascinato anche delle brave persone che, in buona fede, perseguivano altre strategie elettorali. Strategie che purtroppo non sono andate a buon fine.
Personalmente ne sono lieto, anche perchè ho poco a che fare con tale (in)coltura.
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