giovedì, settembre 17, 2009

Sangue e Lacrime italiane in terra straniera


Una normale giornata diventa una giornata di lutto, di sangue e di lacrime.
Oggi è l'Italia a pagare un prezzo altissimo: la vita di suoi 6 figli, uccisi barbaramente in una terra straniera.
Oggi sarebbe facile spingere il tasto delle emozioni per poter sostenere sia la tesi del rimanere in Afghanistan, sia quella della exit strategy.
Noi non lo faremo, perchè rispettiamo i morti e perchè abbiamo a cuore chi si impegna ogni giorno, con onore e fatica, a rendere migliore questa terra.
Quello che, però, non possiamo tollerare è lo sciacallaggio dei ministri degli esteri da bar sport, con tutto il rispetto per i bar, e dei geoanalisti da low cost.
Quelli che, adesso, vogliono negoziare e dare legittimità ai tagliagole, a chi lapidava le donne nell'intervallo delle partite e a chi faceva saltare in aria buddha millenari, patrimonio della umanità.
A costoro servirebbe leggere un libro come "il cacciatore di aquiloni" per capire che nessuna legittimazione è possibile.
Oggi uniamo le nostre lacrime a quella maggioranza sielziosa e dolente e rendiamo omaggio al 186° reggimento Folgore, e a tutte le forze armate italiane, in Afghanistan, sperano che queste lacrime e questo sangue servano a fortificare la pianta della pace.

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