domenica, settembre 13, 2009

La melodia non è monotonia, ma il tutto deve rimanere all'interno di un'opera

Mi rimane davvero difficile entrare nel merito della polemica che "contrappone" Berlusconi e Fini.

Non posso dimenticare la famosa frase del premier quando affermò la sua preferenza per Gianfranco Fini invece di Francesco Rutelli come sindaco di Roma. Quella benedetta esternazione di Silvio Berlusconi diede il via sia alla costruzione di Forza Italia sia a quella ondata malevola di antiberlusconismo.
Per me il centrodestra italiano ha sempre avuto due colonne: Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini.
Silvio Berlusconi ha dimostrato sul campo la sua statura di leader.
Un leader capace di mobilitare le persone e di attirare il consenso. Un condottiero ed un visionario in grado di sopportare i colpi più duri della sorte e di supportare la propria politica con i sogni della stragande maggioranza degli italiani.
Silvio Berlusconi è il motore ed il cuore pulsante ed attivo del centrodestra e non si può non amare se si ha a cuore la libertà.
Gianfranco Fini era il capo di una minoranza che produceva idee eccentriche e cultura contraria al mainstream. Una minoranza che è stata il sostrato culturale ed ideologico di una amplissima classe dirigente che oggi su tutto il territorio italiano, sia in campo privato che nel pubblico, governa e produce. Fini non è immediatamente simpatico come Berlusconi; la sua "algidezza", unita ad una stringente oratoria, non lo rende subito simpatico.
Gianfranco Fini parla a chi ha gli strumenti politici per capirlo. Per questo in un ipotetico scontro con Berlusconi rimarrà sempre sconfitto.
Eppure un Fini di questo stampo e di questo pensiero è necessario al PdL perchè garantisce la pluralità culturale e la polifonia ideale che stanno alla base del patto costitutivo ideale del Popolo della libertà.
Per questo, come ha giustamente precisato Ferrara su Panorama di questa settimana, un Fini liberale e laico è necessario alla coesione culturale prima che elettorale del PdL.
Ma Gianfranco Fini deve concorrere alla costruzione della melodia del PdL. Una melodia che non può e non deve essere monotonia. Una melodia che però ha un nome ben preciso: PdL.
Fuori sarebbe una stonatura ed una dissonanza.

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