lunedì, marzo 16, 2009

Nuvole "nere, rosse e bianche"; ecco quello che ne pensiamo...



Piero Celani, (nella foto) è caduto .

E' successo sabato notte intorno alle 23 e 15, quando il Consiglio comunale ha votato la mozione di sfiducia contro il sindaco.

Erano presenti gli 8 consiglieri di centrodestra dissidenti e tutta la minoraza di sinistra.

Si chiude così il periodo dell'amministrazione Celani che è durata quasi 10 anni.


Piero Celani è caduto.
Lo abbiamo criticato molto quando era il caso e forse lo abbiamo poco elogiato quando meritava.

Quello che, però, gli va riconosciuto è che Piero Celani se ne è andato con educazione, con serenità, con dignità e con coerenza.

Non si è piegato ai ricatti di una pseudo classe dirigente che, per puri scopi elettoralistici, ha ammantato con i crismi di un atto amministrativo un ricatto bello e buono.

Perchè di questo si tratta.

La mozione di sfiducia contro il sindaco Celani è stata l'extrema ratio di un sottobosco di personaggi politicanti borderline in cerca di un futuro.

Personaggi ancorati al vecchio status quo che hanno visto nella costruzione del PdL, la fine della propria rendita di posizione.

Sabato 14 marzo 2009 ha vinto la conservazione nel senso deteriore del termine, peccato che questa "conservazione" subirà un primo arresto il 27 marzo prossimo con la nascita ufficiale del PdL e la sera del 7 giugno 2009 quando le urne la bocceranno severamente e la condanneranno all'oblio politico.

Campione, e forse grande burrattinaio di questa manovra, è stato unanimemente e pubblicamene riconosciuto l'onorevole Ciccanti (UdC).

Politico ascolano di lungo corso che, dopo una intensa militanza con il Movimento Sociale Italiano, passa alla Democrazia Cristiana nelle cui file arriva alla carica di Sindaco di Ascoli Piceno. Nel 1995 approfittando dell'accordo Forza Italia - polo popolare diventa consigliere regionale e nel 1999 viene eletto presidente del consiglio comunale con una coalizione di centrodestra in appoggio al sindaco Celani. Nel 2001 viene eletto Senatore della Repubblica nel collegio maggioritario di Ascoli Piceno con la lista "Berlusconi Presidente". Nel 2004 viene rieletto in consiglio comunale sempre in una coalizione di centrodestra sempre in appoggio al sindaco Celani. Bissa l'elezione al Senato nel 2006 con l'UdC e nel 2008 viene candidato alla Camera dei deputati da Casini e riesce ad entrare a Montecitorio sotto le insegne sempre dell'UdC.

Davvero una bella carriera politica.
Noi non sappiamo se è vero che l'onorevole Ciccanti sia il deus ex machina della mozione di sfiducia, quello che sappiamo è che è lui quello che, nella discussione consiliare, si è erto a difensore delle ragioni formali alla base di questo atto.
Parliamo di ragioni formali, perchè il movente è ben altro, ed è stato ben illustrato dall'ex capogruppo di AN, Igino Cacciatori, che, con onestà intellettuale, ha detto pubblicamente che la mozione di sfiducia serviva a impallnare ed azzerrare la candidatura di Guido Castelli quale sindaco di Ascoli.
Anche qui, però, il PdL ascolano ha mostrato una compattezza invidiabile nel rifiutare anche questo ricatto, grazie alla ferma determinazione del coordinatore regionale di AN, Carlo Ciccioli.
Piero Celani è caduto.
Ma non lo ha fatto in silenzio, difendendosi e difendendo il suo operato, non senza aver incassato l'unanime apprezzamento umano e politico dei consiglieri comunali e soprattutto non senza lasciare un profondo senso di disagio nella cittadinanza.
Il PdL ad Ascoli nasce in un bagno di sangue che, però,è un bagno rigenerante e tonificante perchè alla sua base non c'è nessun accettazione di ricatti di bassa lega.
Tanto che la mozione di sfiducia è stata battezata come una mozione di liberazione dal conservatorismo deteriore di Ciccanti.
Purtroppo chi non impara niente dalla storia è destinato a ripeterla, e così l'onorevole Ciccanti, come il suo leader Casini, pare abbia deciso di correre sotto le insegne di una lista civica che inglobi i delusi del centrodestra, vergognandosi di esibire il simbolo dell'UdC, dimenticandosi cosa è successo a livello nazionale.
Fare l'ago della bilancia è la sua solita trita e ritrita strategia.
Purtroppo di trito e ritrito, gli ascolani non ne possono più.


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