Ieri, durante una riunione di Giunta, il Sindaco Piero Celani (nella foto) ha ritirato le deleghe ai 3 assessori riconducibili ai consiglieri malpancisti della maggioranza che hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti del primo cittadino, prontamente appoggiata dal soccorso rosso della minoranza.
Sul fronte dei commenti politici, poi riportiamo, il commento alla nota "La pappa socialista la ciccia democristiana con un pizzico di pepe nero. Buon pranzo Ascoli." , pubblicata sulla sua pagina di facebook (e riportata ieri su questo blog), di un nuovo e "rampante" esponente dell'ala ciccantiana dell'UdC ascolana: Attilio Acciaccaferri.
Facciamo prsente che il titolo lo abbiamo messo noi.
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L'ira funesta dell'assessore Antonini - (Attilio Acciaccaferri)
L’Assessore Antonini è furibondo: con lui il Sindaco, il candidato Sindaco Castelli e tutti gli altri Assessori del PDL per essersi ritrovati con il sedere per terra. Dopo aver brindato per mesi ai loro trionfi per le scorrerie in casa UDC – dove hanno fatto man bassa di “ciccia democristiana” e dopo aver deriso l’On. Ciccanti che era “rimasto in mutande” – si sono accorti quanto sia duro subire sulla propria pelle il male che hanno fatto agli altri. Infatti, convinti che Ciccanti rimanesse con le mani in tasca – mentre loro picchiavano sodo – ci sono rimasti male quando lui, stanco di prendere calci, li ha crocchiati come meritavano. Questo è il succo della vicenda raccontata terra terra. Veniamo alle dotte dissertazioni di Antonimi che adesso, come al solito, parla adesso senza logica. Vediamo le sue contraddizioni. Perché l’UDC presenta la mozione alla fine del mandato e non l’ha fatto prima? La risposta è banale. C’è un detto ascolano: “alla fine della tosatura si pesa la lana”. Pertanto, solo alla fine del mandato si potevano tirare le conclusioni. Dopo 5 anni ci siamo trovati di fronte ad un Sindaco “padronale”, che gestiva tutto lui, senza avere concluso niente di visibile e di utile per la città e, per di più, umiliando ed emarginando un partito alleato come l’UDC; oltretutto, di fronte ad una autocandidatura del Sindaco alla Provincia e ad una autocandidatura di Castelli a Sindaco senza che la PDL ed i suoi consiglieri comunali ne sapessero nulla. C’erano quindi tutti gli ingredienti per intervenire e fermarlo prima possibile perché il potere – acquisito grazie al sostegno di tutti i consiglieri di maggioranza e dei partiti della coalizione – non potesse essere utilizzato a favore di due persone sole: Celani e Castelli. Celani non è il “padrone del Comune” ma il rappresentante di FI-AN e UDC. Viceversa, si è comportato da “padre padrone”. Se lo avessimo mandato via prima, avrebbe detto che gli avevamo impedito di realizzare i suoi programmi. Adesso questo alibi non può averlo. Quello su cui si deve discutere non è quando ma se è giusto mandare a casa chi ha fallito perché non si possa giovare del potere dominante di Sindaco per farsi la campagna elettorale per la Provincia a spese dei contribuenti ascolani. Antonini parla di 5 traditori, riferendosi ai suoi ex compagni di partito (Cacciatori e Micucci) ed ex alleati di FI (Camela, Celani Cesare ed Anna Bachetti).Gli chiediamo: quale valore ha per lui la lealtà? E’ un valore in senso assoluto, oppure è commisurato alla sua convenienza? Quando gli Assessori UDC Lattanzi e Celani Cesare lasciano l’UDC, per transitare con i consiglieri Tosti Guerra, Cinelli, Mariotti, Castelletti e Isopi al PDL, sono da reputare “persone che pensano con la propria testa” – come ha detto domenica il Sindaco Celani – mentre quando dal PDL si transita fuori, senza approdare ad altri partiti, sono da definire traditori? Due pesi e due misure! Sono traditori perché hanno presentato una mozione di sfiducia? Se così stanno le cose, bisogna vedere se tradisce di più chi per calcolo rimane in una logica di potere e di convenienze personali oppure chi rivendica alla propria coscienza l’impegno assoluto con gli elettori. Credo che Antonini ed il Sindaco abbiano tradito gli elettori molto più di quanto siano stati traditi dai 5 consiglieri che, invece, hanno avuto il coraggio di mettersi una mano sulla coscienza. Altra bugia poi Antonini la dice sul sostegno di Ciccanti a Beppe Brandimarti nelle elezioni primarie del PD.Queste sono solite calunnie di chi non sa difendere le proprie opinioni. Mentre non c’è un dato, una traccia del sostegno a Brandimarti, risulta provato che Castelli e Celani abbiano, invece, sostenuto Canzian. Tra l’altro, loro stessi ne hanno fatto pubblico vanto. Un’ultima osservazione sui 4 assessori UDC: i migliori, Marcucci e Viscione, sono riamasti fedeli agli elettori; degli altri non facciamo commenti. Li fanno già i loro elettori e sono commenti che nessuno vorrebbe sentirsi dire…..
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