Leggo su un quotidiano on line della mia provincia, (il sito è davvero ben fatto complimenti davvero), questo editoriale del suo direttore, il quale, parlando della situazione politica attuale e del prossimo futuro, arriva a toccare l'argomento Di Pietro ed il suo blog.
A parte che non riesco a capire come mai sembri che solo il leader dell'italia dei Valori sia l'unico ad essere "web 2.o ready",come se bastasse avere un blog oggi per essere ed esserci sulla rete, mentre sappiamo ampiamente quanta fatica e passione ci voglia per tenere vivo un blog. Ma il passaggio che mi rimane oscuro è questo, sempre riferito al blog di Di Pietro ed ai commenti ivi pubblicati: Il commento va finalizzato al fatto e solo a quello in modo da
pluralizzare democraticamente l'opininione dell'articolista con la sua. Tutto il
resto è spazzatura e non quella libera informazione che lui giustamente
persegue.
"C##x vuol dire ????"
E' stato il mio primo commento.
Il secondo non lo scrivo perchè ancora più pesante.
Al terzo non ci sono arrivato perchè ho paura della Divinità.
nella frase in questione ci sono, a mio modesto parere, due illogicità di fondo-
1. Un blogger non è un articolista di un giornale;
2. Non essendo un articolista non è tenuto ad informare liberamente (qui usato come sinonimo di obiettivamente).
Questo è un errore che fanno coloro che di blog ne masticano poco.
Il blog è uno spazio personale e come tale è riempito dalle idee di chi ci scrive.
Nei blog si è liberi di essere obiettivamente di parte.
(Sfido chiunque ad aprire la pagina di questo blog e non capire da che parte si è schierati)
Anche i commenti devono seguire questa linea e non devono essere per forza armonizzabili con le idee del titolare del blog, anzi spesso accade l'esatto contrario.
E' questa la vera essenza del web 2.0.
Dopo questa estemporanea e partigina riflessione mi viene da chiedermi: e se tornassimo a parlare come mangiamo ?
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