martedì, gennaio 01, 2008

Siamo alle solite, ovvero luci ed ombre sul discorso di fine anno

Il discorso di fine anno del Presidente Napolitano è stato, ad una prima lettura, il solito discorso buonista ed incoraggiante, inneggiante alla laboriosità del paese civile ed indulgente verso un paese legale che non lo rispecchia e non lo sa più interpretare.
Gli italiani, ed in questo il presidente Napolitano ha perfettamente ragione, aspirano e vogliono una Italia più giusta e più equa fondata sull'innovazione e sul merito.
Peccato che la classe "dirigente", ma a questo punto direi "digerente", visto che hanno uno stomaco in grado di assorbire qualunque istanza e qualunque protesta, di questo paese, oltre ad essere anagraficamente avanzata, è anche culturalmente ed intellettualmente impreparata a seguire e perseguire il merito e l'innovazione.
E' una classe dirigente, ma forse dovremmo dire casta, che cammina con la testa all'indietro e con il sedere abbarbicato alla poltrona, (siamo sempre il paese del "tengo famiglia").
E' lo stesso presidente Napolitano a certificare questo stato di cose quando testualmente dice:
"Vi sto parlando poco di quel che accade nella sfera della politica e delle istituzioni. Ma non certo perché non sia importante: piuttosto perché vorrei richiamare l’attenzione su quel che di più ampio vive e conta nel paese, sulle realtà e sulle responsabilità che non possono ridursi alla sfera della politica.".
Peccato che sia sempre la politica a ficcare il naso e l'attenzione su quel che di più ampio vive e conta nel paese, ordendo una rete soffocante intorno al dinamismo, all'innovazione ed al merito.
Il richiamo alla situazione politica si chiude, poi, su una frase sibillina:
"Quali siano le condizioni, da un lato, per la continuità dell’azione di governo, e dall’altro, per un esito positivo del confronto sulle riforme, lo si vedrà presto in Parlamento.".
Non sappiamo a cosa si riferisca il presidente Napolitano, ma sappiamo che non solo il Parlamento giocherà un ruolo importante, ma anche il Quirinale.

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