Premettiamo che Carlo Azeglio Ciampi ci è molto simpatico e, quando è stato Presidente della Repubblica Italiana, lo abbiamo stimato molto, pur sapendo le sue simpatie per i sinistri. Certamente non era difficile farsi ben volere dopo lo "sciagurato", secondo noi, settennato del signor "Io non ci sto".
Eppure quello che oggi su "la Stampa", il senatore Ciampi, consiglia a Grillo ha qualcosa di stonato.
Intendiamoci il ragionamento è ineccepibile. Infatti, Ciampi ricorda a Grillo che la Costituzione, all'articolo 59, da la facoltà a tutti i cittadini di potersi liberamente organizzare in forma di partito per concorrere, con metodo democratico, alla determinazione della politica nazionale.
Chiaro, limpido e cristallino.
Non possiamo, però, scordarci che la determinazione della politica nazionale è fatta principalmente dal Governo e, quindi, concorrere alla sua definizione significa, in ultima analisi, sostenere o meno il governo.
Ora il senatore Ciampi, come i suoi illustri colleghi senatori a vita, concorre alla determinazione della politica nazionale sostenendo il governo Prodi, senza che, però, ci sia un partito "Ciampi" costituito ai sensi dell'art. 59 della Costituzione.
Ed allora ci permettiamo sommessamente di ricordare, per primi a noi stessi, che il Consiglio di Ciampi a Grillo assomiglia molto, moltissimo, alla situazione della pagliuzza nell'occhio del vicino e della trave nel proprio.
Ma comunque si sa che... "una scusa non richiesta, ........."
sabato, settembre 22, 2007
La trave e la pagliuzza
Pubblicato da
Zigurrat
alle 15:26
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