I sinistri hanno una particolare caratteristica: i loro orizzonti segnano il confine del mondo conosciuto.
Ed il ministro D'Alema, purtroppo, non si sottrae a questa operazione. Così ha, urbi et orbi, annunciato la fine della politica e la restaurazione del clima del 1992, quello di mani pulite per intenderci.
Che un personaggio di spicco come D'Alema abbia fatto una tale affermazione è, sicuramente, segno che qualcosa sta cambiando e che, forse, ci troviamo, magari senza saperlo, al crinale di un cambiamento politico e sistemico.
Quello che, francamente, non riesco a capire è lo scodazzo di moltissimi opinionisti,ovviamente con le dovute eccezioni, tutti pronti a scrivere colonne su colonne su questa presunta "morte della politica".
E' vero che la politica è morta, ma è morta la politica di questo centrosinistra di cui D'Alema è (stato) uno dei maggiori attori e protagonisti.
Non serve essere un sociologo importante o un presidente di Confindustria per capirlo. Basta leggere qualsiasi quotidiano e/o giornale per, almeno, intuirlo.
Il miglior commento delle parole di D'Alema, allora, potrebbe essere il broccardo latino: excusatio non petita, accusatio manifesta. (Una scusa non richiesta è un'accusa manifesta).
Noi, dal canto nostro, tifiamo perchè il crollo avvenga nel modo più rapido possibile, non perchè abbiamo molta fiducia in questo centrodestra e nelle sue capacità di elaborazione culturale, ma perchè sappiamo che la politica, come la natura, ha l'orrore del vuoto e che proprio la presenza di questo vuoto costringerà il sistema politico o a cambiare o ad evolvere.
Non siamo dei cantori del nuovo a tuti i costi, ma sappiamo che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
Non è politologia.... è fisica.
lunedì, maggio 28, 2007
La fine della politica è, in realtà, la fine del centrosinistra
Pubblicato da
Zigurrat
alle 10:17
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1 commento:
complimenti bel post, condivido al 100%
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