venerdì, marzo 30, 2007

La strana sindrome di Stoccolma della CdL


Se c'è qualcuno che possa pensare che lo psicodramma in Senato della CdL non avrà ripercussioni sulle prossime amministrative, è pregato di cambiare opinione al più presto.

Se c'è una cosa che l'elettorato della CdL chiede e vuole con tutte le proprie forze è la compattezza delle sue componenti, perchè, magari inconsciamente, sa di essere molto più compatto e coeso dei quadri dirigenti.

Il paradosso italiano risiede proprio in questo: nel centrodestra, oltre ad una base elettorale solida, compatta ed omogenea, si ha un leader capace di proporre la costruzione di un grande partito sintesi del popolarismo, conservatorismo e liberalismo, ma non ci sono, tranne le dovute eccezioni, dirigenti capaci della stessa visione "ecumenica" sul territorio.

Sul fronte del centrosinistra non hanno una base elettorale solida ed omogenea, (l'antiberlusconismo è l'unico denominatore comune), non hanno un leader riconosciuto, ma hanno una formidabile classe di quadri intermedi capaci di operare sul territorio.

Già, ed è storicamente provato, la CdL parte svantaggiata negli enti locali.

Ma dopo lo sfascio sull'Afghanistan, sia gli elettori di F.I., A.N. e Lega, sia gli elettori dell' UdC sia gli elettori di area che gli scontenti dell'Unione avranno meno motivi per andare alle urne.

Ed in una elezione la motivazione, cioè il motivo per azionarsi, è fondamentale.

Il 9 e 10 aprile scorso è stato il comportamento di Berlusconi da Vicenza in poi, il vero motivo a spingere gli elettori della CdL ad una fantastica (quasi) rimonta, oggi la motivazione sembra davvero ardua a trovarsi.

La CdL, infatti, non riesce a capitalizzare la sua enorme crescita di consenso dovuta alle oggettive difficoltà operative del governo.

Infatti non è la CdL che guadagna consenso, è l'Unione che lo perde.

Ciò non avverrà in eterno, perchè anche chi sbaglia qualche volta può azzeccarne una, soprattutto se lasciato fare e disfare sistematicamente.

La CdL, oggi, paga le reticenze, le ritrosie, le inerzie ed i silenzi di una strana sindrome di Stoccolma.

L'UdC è progioniera della coalizione perchè ancora non ci sono le ragioni e lo scenario per cambiare e da sola non prenderebbe niente.

Il resto della CdL è prigioniera dell'UdC perchè senza, ancora non ci sono le ragioni e lo scenario per vincere.

Sicuramente, anche adesso mentre scriviamo, le diplomazie interne staranno al lavoro per riccire gli strappi e le ferite.

Speriamo che non chiamino Gino Strada.

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