giovedì, novembre 16, 2006

Un nuovo vocabolario per il centrodestra

Silvio Berlusconi si è rammaricato della mancata "spallata" in Senato al decretone fiscale ove ha anche speso delle parole di "ammirazione" per la militarizzazione e la disciplina dei Senatori del centrosinistra. Noi siamo tra quelli che non crediamo che il governo cadrà sulla Finanziaria, lo abbiamo sostenuto altre volte, perchè sappiamo che il pelo sullo stomaco di Prodi e del suo fido scudiero Chiti.
A questo punto, non ci si può solo lamentare della militarizzazione e della disciplina altrui. La Finanziaria del governo Prodi, tra incertezze e continui cambiamenti, ha suscitato sdegno e proteste generalizzate.
E' giusto e sacrosanto protestare contro questa Finanziaria, ideologicamente scorretta, ma la CdL, in quanto rappresentante di almeno 50% del paese, non può inseguire qualunque tipo di protesta.
Il centrodestra deve immettere un nuovo vocabolario nella politica italiana.
Non basta più solo la ripetizione della parola LIBERTA'.
Essa va declinata in alcune sue indifettibili aspetti come innovazione, merito, opportunità, scelta, creatività, dovere, tradizione, rispetto, equilibrio, crescita, rispetto della spiritualità, legalità, formazione.
Il termine libertà deve essere declinato per definire una identità e perchè, definendo i confini di una moderna definizione e declinazione del lemma Libertà, il centrodestra si (ri)appropri di nozioni che devono far parte del suo genoma.
Certamente la CdL è all'opposizione.
E stare all'opposizione non deve consentire di costruire castelli in aria, ma permette di creare una visione di società che si vorrebbe e, conseguentemente, di definire una missione per andare al governo.
Ma essere all'opposizione presuppone anche un lavoro critico in Parlamento.
Per questo il centrodestra deve mettere in cantiere una sua agenda parlamentare, ovviamente sulla base di quello che, necessariamente, propone la maggioranza ed il governo.
Alcune proposte sul tavolo ci sono:
- la legge Capezzone "7 giorni per aprire una impresa";
- il pacchetto Nicolais di deregolamentazione e delegificazione;
- la riforma dei servizi pubblici locali della Lanzillotta.
Non possiamo ancora pronunciarci sulle leggi Salvi-Villone per abbattere i costi della democrazia e sul pacchetto di liberalizzazione del vicepremier Rutelli, visto che sarà reso noto domani.
Sulle proposte indicate, il centrodestra dovrebbe presentare pochi e qualificati emendamenti, subordinando la disponibilità all'approvazione del provvedimento in caso di accoglimento degli stessi. Soprattutto la CdL dovrebbe rilanciare, con forza, una proposta che ogni tanto affiora: l'Assemblea costituente.
Ovviamente non bisognerà agire solo in Parlamento.
La costruzione del partito unitario è oramai non più procastinabile, soprattutto se si andarà a votare il quesito referendario in merito alla legge elettorale.
Ma soprattutto sarà a livello territoriale che si dovrà combattere la battaglia più dura. Il centrodestra ha assoluto bisogno di un rinnovo e di uno svecchiamento generalizzato della sua classe dirigente. ma oltre ciò ha assoluta necessità di sintonizzarsi sulla richiesta di buongoverno locale che è sottesa ad una miriade di liste civiche esistenti.
Rinnovare, svecchiare ed allargare i confini del centrodestra, questo è una priorità assoluta e necessaria. Noi ci permettiamo di suggerire l'adizione generalizzata delle "primarie".
Non è un compito semplice e/o leggero quello che stiamo proponendo, ma questo deve essere il compito (gravoso) di una leadership.
Anzi l'immissione di una tale agenda nel corpo del centrodestra risolverebbe anche la questione della leadership una volta pere tutte: sarà leader il primo che farà tutte queste cose.
Senza investiture e/o senza ostentazione di un pedigree.
Il popolo di centrodestra oggi ha bisogno di persone che guardino avanti, non sepolcri imbiancati con la testa rivolta all'indietro.

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