Nella mia "carriera" di giornalista c'era una cosa che detestavo scrivere: i coccodrilli. Vivendo in una cittadina di provincia, poi, quegli stucchevoli, melensi e, a volte ipocriti, articoli commemorativi in memoria di qualcuno erano molto frequenti.
Detestavo i coccodrilli perchè se dovevo scrivere su qualcuno che conoscevo e/o ammiravo, l'emozione era troppo forte che mi impediva di scrivere in maniera chiara, se, invece, erano persone che non mi piacevano o non conoscevo le mie parole suonavano vuote e false.
Stamani, invece, mi ha davvero colpito la scomparsa di Oriana Fallaci. E' facile abbandonarsi al flusso di emozioni e di conseguenza usare dei paroloni altisonanti.
Paroloni altisonanti che Oriana Fallaci non merita, perchè se c'era qualcosa che credo di aver capito da lei è la franchezza.
Oriana Fallaci colpiva perchè era schietta e franca. Perchè scriveva la verità nei sui libri, nei sui articoli, nei suoi reportage e nelle sue interviste. Era franca perchè era libera, perchè la sua libertà l'aveva conquistata a caro prezzo e sapeva che niente è più prezioso di essa.
Oriana Fallaci era talmente libera da poter criticare gli USA per la guerra in Vietnam e poi, all'indomani, dell'11 settembre 2001 schierarsi a fianco degli Stati Uniti colpiti a morte dal terrorismo fondamentalista ed islamista. Fu proprio l'11 settembre a farle rompere il silenzio con un urlo intellettuale impressionante e talmente stringente da lasciare senza fiato e senza parole chiunque. Era il nocciolo de "la rabbia e l'orgoglio" il pamphlet che ha segnato il rientro in grande stile di Oriana Fallaci nel panorama mondiale.
Oriana Fallci diviene un simbolo, il simbolo di quella moltitudine silenziosa che è rimasta senza parole di fronte agli attentati al World Trade Center, la voce della Fallaci è la voce di costoro.
La verità della Fallci è scomoda, perchè scuote le fondamenta del conformismo occidentale, e tagliente. Oriana Fallaci ci ha costretto a pensare, a guardare il male che era dentro di noi. Il suo cancro era il simbolo del nostro cancro e la sua rabbia era la nostra rabbia.
Oriana Fallaci ha intrapreso il suo ultimo viaggio, partendo proprio da quella Toscana e da quella Italia che, negli ultimi tempi l'hanno oltraggiata.
E proprio coloro che hanno dileggiato e polemizzato con la Fallaci oggi ne tessono ipocritamente le lodi. E' il caso di dire spargendo delle lacrime da coccodrillo, ovvero di circostanza. Tutti oggi ne riconoscono la grandezza, peccato che c'è stato qualcuno, come l'ex presidente Ciampi, che ha preferito nominare un consumatore di cocaina come senatore a vita piuttosto che la scrittrice toscana.
venerdì, settembre 15, 2006
Buon Viaggio Oriana
Pubblicato da
Zigurrat
alle 19:44
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