Per chi ama i libri e la lettura, Inkheart è un film davvero toccante.
Basato sulla trilogia letteraria di Cornelia Funke, l'idea base della storia è che esistano, tra noi, delle persone dotate di uno speciale talento; quello di far vivere i personaggi dei libri, leggendo gl stessi ad alta voce.
Lingue di fata, così sono chiamate queste persone.
Ovviamente non tutti sono consapevoli di questo dono, che riecheggia la potenza creatrice del "verbo" evangelico, e c'è la possibilità che questo "dono" possa inavvertitamente far entrare nel nostro mondo un cattivo delle favole.
Questo è quello che succede a Brendan Frazer quando, inconsapevolemente, inizia a leggere ad alta voce un libro dal titolo di "Inkheart" a sua moglie e a sua figlia.
Ed ecco che, poco dopo, per magia i cattivi del libro diventano reali e la moglie amatissima di Frazer viene risucchiata nel libro, perchè bisogna mantenere l'equilibrio.
La pellicola narra le peripezie di Frazer, che nella storia si chiama Mortimer ed è un restauratore di libri antichi, e della sua figlia per trovare una copia di Inkheart e per ricongiungersi alla sua moglie.
Veri protagonisti della storia e del film sono i libri. Meravigliosa è la biblioteca alpina delle prime scene e la miriade di scaffali e libri che la zia ha nella sua villa sul lago.
Una vera delizia per gli occhi di un bibliofilo come me.
Comunque è davvero bello che, ogni tanto, il cinema ci riservi un bella favola come Inkheart.
E' come un bel brodino caldo durante quelle fredde notti invernali. Scalda il cuore e l'anima, oltre a riempire lo stomaco.
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