giovedì, marzo 01, 2007

Rimbocchiamoci le maniche


Ciò che il centrodestra non deve fare adesso, dopo il risultato del Senato, è provare a far cadere subito questo governo.

Romano Prodi se lo aspetta e sa che qualsiasi proclama in questo senso proveniente dalla CdL è un formidabile compattante per la sua asfittica maggioranza.

I numeri sono numeri, e ieri hanno detto, ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che l'Unione si regge grazie a Pallaro e Follini e con l'astensione legittima di Andreotti.

I numeri sono numeri, e ieri hanno ribadito, ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che il margine per l'Unione è davvero risicato e che Romano Prodi non può permettersi nessuna morte e nessun raffreddore.

Tutti pronti, tutti presenti e tutti compatti.

Questo è, da ieri, il motto di ogni senatore della maggioranza.

Il centrodestra deve prenderne atto, con semplicità e pacatezza, e iniziare a svolgere una iniziativa politica di ampio respiro e di ampia strategia.

Basta sognare facili spallate, basta recriminare su brogli che non saranno mai scoperti o suffragati.

Soprattutto bisogna smetterla con la politica gridata e muscolare.

E' venuto il momento di impegnare le truppe cammellate della maggioranza nella più estenuante guerra di posizione parlamentare che questa Repubblica ricordi.

C'è bisogno di strategia, di creatività e di cinismo, nel palazzo.

Fuori del palazzo, invece, il centrodestra deve prendere atto che l'UdC è sempre più decisa a fare da sè e sempre più cercherà di marcare la differenza con il resto della CdL.

Ebbene Berlusconi e Fini, indichiamo qui solo i nomi dei principali leader, devono smetterla di rincorrere Casini e devono mettersi a lavorare per costruire al più presto il partito della Libertà.

La politica è un po' come la forza di gravità e quindi maggiore sarà il peso elettorale di un partito, maggiore sarà il suo appeal verso l'elettore.

E gli elettori della CdL sono molto più uniti dei "vertici"

Casini vuole avere le mani libere, le abbia.

Fino ad adesso questa politica di Casini sembra, a mio modesto avviso, un tentativo per alzare il prezzo.

Ma non serve solo creare il partito della Libertà, serve anche decentare al massimo qualsiasi decisione locale ed amministrativa.

Le riunioni romane del centrodestra non devono più essere il centro nevralgico e decisionale di qualsiasi decisione riguardante la periferia.

Meno potere decisionale a Roma e più potere ed autonomia alla periferia, (noi vediamo molto bene l'adozione incondizionata del metodo delle primarie), serve anche questo per disinnescare i mal di pancia ed i voltagabbana.

Ieri Romano Prodi ha intascato una fiducia risibile e ridicola, ma pur sempre fiducia.

Ciò ci ha dato un po' più di tempo per lavorare.

Adesso, però, rimbocchiamoci le maniche.

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