giovedì, gennaio 18, 2007

Dalle mail alle lettere al giornale


Ha iniziato il viceministro Visco, poi è stata la volta del presidnete Prodi ed infine anche il ministro Tommaso Padoa Schioppa non ha saputo resistere al fascino indubitabile de il sole 24 ore ed ha risposto con una lettera.

Il passaggio non è di poco conto se, in polemica con Giavazzi, lo stesso ministro inviò delle mail a meno di un centinaio di persone.

Adesso invece c'è la lettera al giornale.

In verità la lettera del ministro è in risposta ad una analoga lettera aperta che l'editorialista de il Sole. Giacomo Vaciago, aveva scritto il giorno prima.

L'editorialista Vagiaco, notoriamente molto vicino al centrosinistra, ( è stato Sindaco di Piacenza dal '94 al '98), paventa il rischio del profilarsi di una sindrome del rinvio di fronte alle riforme che il governo Prodi bis deve affrontare.

Vaciago si rivolge proprio al riformista Padoa Schioppa per sollecitarlo a non cedere al partito del rinvio intento a proteggere le sue rendite.

Il ministro Padoa Schioppa non si lascia sfuggire l'occasione e prontamente rassicura Vaciago e le sue "paure".

Anzitutto il ministro fa passare le "lodi" di Vaciago sulla Finanziaria come se fossero la linea editoriale del giornale, e non l'opinione di un editorialista, autorevole, ma sempre editorialista.

Ma quello che interessa è ciò che TPS (Tommaso Padoa Schioppa) intende per riforme, cioè "concorrenza, previdenza, produttività, infrastrutture, istruzione e ricerca, funzioni pubbliche, federalismo fiscale ed altro ancora".

Riforma diviene così una parola omnibus, un po' come la legge Finanziaria degli oltre 1300 commi. Una parola valida per ogni stagione e per ogni occasione.

Sulla possibile vittoria del "partito del rinvio" il ministro non la esclude, ma la subordina al fatto che essa avverrà solo se ognuno non faccia la sua parte.
Troppo semplice e troppo generico il solito ed insignificante invito a stare tutti insieme, tutti uniti
come se la voce di dissenso sia un peccato di lesa maestà o una bestemmia.
Quello che deve dare il buon esempio, infatti, è lo stesso ministro riformista e non rifondarolo.

Dire che tutti devo concorrere alle riforme, equivale a dire che le riforme non competono a nessuno.
La lettera aperta di Vaciago era rivolta ad un ministro riformista e non a tutti.
Considerando il risultato del conclave di Caserta, tra i riformisti c'è qualche fannullone.

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