La CdL vince unita in Molise, già questa è una notizia. Finalmente si vince e si vince quando si riesce ad essere uniti.
Certo, il governatore della regione uscente era già della CdL, quindi in termini di "poltrone" la CdL non conquista niente, ma non bisogna sottovalutare questo risultato elettorale.
Neanche lo bisogna sopravvalutare e gridare alla "spallata" come si sono affrettati a fare alcuni esponenti della CdL sempre pronti a sfilarsi nei momenti di sconfitta, ma primissi ad inneggiare alla vittoria.
Il Molise va preso ed inquadrato per quello che è.
Il segno, il primo segno, che qualcosa sta cambiando nell'opinione pubblica dell'Italia.
Ma questo primo segno deve essere aiutato da altri segnali positivi.
Ma questo primo segno deve essere aiutato da altri segnali positivi.
Anzitutto bisogna far tesoro delle cose positive:
1. la credibilità ed il legame con il territorio del candidato presidente;
2. l'entusiasmo di Berlusconi e Fini, disposti e disponibili ad impegnarsi;
3. l'unità della CdL a sostenere un unico candidato;
4. Crescita dellle liste civiche.
La CdL, quindi, deve abbandonare quel suo carattere romanocentrico, cioè l'idea che tutto deve essere deciso a livello centrale dalle segreterie, puntare su persone legate al territorio, creare entusiasmo ed impegnarsi, essere unita ed ampliare i confini della sua coalizione.
Se saprà fare ciò, questo potrebbe essere uno dei tanti post celebrativi delle sue vittorie elettorali, altrimenti resterà un segnale inascoltato ed isolato.
Il primo banco di prova saranno le elezioni amministrative della prossima primavera. Ci permettiamo di ricordare che le vere rivoluzioni iniziano dal basso.
p.s.: la foto di Eva Henger non c'entra niente, ma è davvero sensuale.
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