mercoledì, ottobre 25, 2006

Metti una sera al Bilionaire - racconto fantastico

Oliviero si preparò con cura quella sera.
Fece il bagno, riempiendo la vasca con acqua calda e rilassante bagno schiuma al pachouli. Ricordò l'ultima volta che aveva fatto il bagno, era la sera del 10 Aprile 2006 e doveva andare in piazza a festeggiare insieme a Romano.
Uscì dal bagno ristoratore, si asciugò meticolosamente e iniziò a vestirsi.
Calzini neri nuovi, mutande slip nuove, cannottiera alla Bossi bianca, pantaloni di grisaglia nera,camicia di cotone bianca button down, cravatta nera, giacca nera, occhiali da sole neri e cappello nero.
Perfetto, sembrava uno delle iene, vestito così sarebbe stato facile entrare senza dare nell'occhio. Controllò il "pacco" che fosse ben bendato.
Controllò la sua cintura esplosiva.
Chiamò un taxi e scese in strada.
Nonostante la frescura autunnale, Oliviero sudava copiosamente.
Non capita tutti i giorni di farsi saltare in aria.
La sua meta era il Bilionaire dell'odiatissimo Falvio.
Certo domani, leggendo la notizia della strage, a Tommaso sarebbe venuto uno sturbo.
Una strage al Bilionaire poteva creare un buco enorme alle casse statali, ma questi ricconi dovevano piangere.
Eccheccazzo !!!
Arrivò il taxi: Mosca 75.
A Oliviero sembrò di buon auspicio.
Arrivò davanti al Bilionaire e, facendo finta di niente, si accodò.
Il buttafuori lo guardò leggermente storto, quando fu il suo turno, ma poi fu ammesso all'interno del locale.
Oliviero si guardò intorno.
Le luci, la musica, le donne...tutto girava in turbillion caledisocopico.
Si sedette e subito, con molta efficenza, una cameriera bellissima e sorridentissima gli si fece dappresso.
Ordinò un drink, ovviamente un Cuba Libre.
Fu allora che Alba lo riconobbe e lo abbracciò baciandolo su una guancia.
Oliviero ebbe una fitta al cuore, che belli i tempi del Comintern quando ci si baciava solo sulla bocca.
Alba era davvero affascinante quella sera.
Un lungo abito nero con pailettes aperto da uno spacco laterale dove la tornaita gamba sinistra di Alba faceva la sua porca figura.
Non a caso Alba era soprannominata la coscialunga della Sinistra.
Peccato, pensò Diliberto, che debba morire.
Alba urlò all'indirizzo di un'altra donna.
Era Sabrina, anche lei bellissima.
Oliviero conservava ancora il suo calendario dentro un cassetto della sua scrivania. Unico vezzo materialista capitalista che si era concesso.
Sabrina indossava un abito rosso ed un decoltè da paura.
Sabrina, anche lei di sinistra, peccato che da lì a poco sarebbe morta.
Anche Sabrina abbracciò e baciò Oliviero su una guancia.
Arrivò il Cuba Libre che Oliviero trangugiò tutto di un fiato.
Sentì il suo nome e si girò, ma Oliviero non vide nessuno.
Sentì di nuovo chiamare il suo nome, si giò di nuovo.
Niente.
Sentì chiamare il suo nome un'altra volta, Oliviero spazientito si girò e si accorse di lui: Gianni.
Gianni, il suo amico Gianni. Appena ritornato da Cuba dove aveva trascorso una vacanza con Fidel, Pacopegna, Pablo Ignacio Taibo II, Sotomayor e Perdomo.
Oliviero si abbassò e salutò Gianni che iniziò a raccontare quello che era successo all'Avana.
Oliviero suffò un po', gli dispiaceva.
Però anche Gianni doveva morire.
Oliviero iniziò ad accarezzare il bottone per far brillare la sua cintura espolsiva, quando vide colei che non avrebbe mai voluto vedere: Bianca.
Bianca è una bravissima giornalista televisiva ma per Oliviero è la figlia dell'uomo politico cui Oliviero doveva il suo impegno politico.
Ad Oliviero vennero le lacrime agli occhi, ed abbandonando i suoi propositi stragisti, iniziò a correrere verso l'uscita.
Non poteva uccidere tutte quelle persone di sinistra. Se lo avesse fatto, la sinistra non avrebbe avuto più il margine di 25mila voti per vincere le elezioni.
Fu bloccato al volto dal temibile buttafuori e, poichè non aveva il ticket per uscire, fu costretto a pagare la sua consumazione.
Un totale di 150 €.
Oliviero pagò con la sua carta Intesa-San Paolo e riprese a correre verso il nulla.
Si fermò distrutto e sudatissimo nei pressi del porto.
Si fermo, continuando a piangere, e sentì lo stridio delle gomme, dovuto ad una brusca frenata.
Il conducente uscì incazzato nero e cominciò ad insultarlo.
Oliviero lo riconobbe, era Giampaolo, il tarditore della causa.
Il giornalista di sinistra che scriveva libri fascisti sulla Resistenza.
Olivieri ringraziò Dio per la sua esistenza.
... e si lasciò esplodere.

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Questo racconto è puramente inventato.
Qualora i personaggi, i fatti o eventi siano rispondenti a persone realmente esistenti o fatti realmente accaduti è da considerarsi come una pura coincidenza.

1 commento:

Versus ha detto...

veramente bello. complimenti!