Romano Prodi tra le tante cose che ignora o finge di ignorare, una cosa la sa e la conosce talmente bene che non perde tempo e spazio per applicarla. Il Presidente del Consiglio pro tempore, infatti, sa che anche la pur minima apertura, parlamentare o meno, alla CdL significa la fine della sua avventura politica alla guida del paese.
Non è un caso, infatti, se la vestale più ortodossa di questa "insofferenza" sia il Ministro dei rapporti col Parlamento: Vannino Chiti. L'unione, infatti, se vuole continuare ad esistere deve essere impermeabile a qualunque operazione bipartisan, è la sua ragione di essere. Accettare il dialogo vorrebbe dire legittimare la CdL e quindi, in ultima analisi, Berlusconi ed il berlusconismo.
Prodi ha compreso che il partito democratico è ben lungi dal venire, al contrario delle dichiarazioni finali, ed il partito delle libertà è più o meno sullo stesso binario. Ed è quindi sull'attuale esistenza del binomio Unione - CdL che egli può continuare ad avere un futuro, precario ma sempre futuro.
Dialogare con Berlusconi, infatti, darebbe la stura ai movimenti borderline a poter passare dall'altra parte, poichè farebbe venire meno la pregiudiziale assoluta contro Berlusconi identificato come l'origine di tutti i mali.
"E' possibile stringere accordi e dialogare con il male ?". Sarebbe questo il quesito cui Prodi e Co. dovrebbe dare una risposta. Una risposta che, qualunque fosse, avrebbe come risultato la disgregazione del suo elettorato. Si capisce bene che per chi ha vinto solo per circa 25mila voti, ciò è inaccettabile.
Per queste ragioni, l'invito del presidente della Repubblica Napolitano a non arroccarsi rivolto a scongiurare l'apposizione della questione di fiducia sulla Finanziaria, cadrà nel vuoto.
Anzi avrà l'effetto contrario. Sarà proprio la fiducia, mascherata con la scusa dell'ostruzionismo, a ricordare a tutti quale sia la ragione sociale de l'Unione.
Il Presidente Napolitano ha fatto bene a porre il problema, ma una questione ci gira in testa.
Ma chi è stato eletto Presidente della Repubblica grazie alla strategia dello scontro e dell'arroccamento può dire a chi lo ha eletto di non farlo ???
Siamo cristiani e liberali e sappiamo che si può cambiare...in meglio.
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