sabato, settembre 09, 2006

moby dixit reloaded

L'epigono e l'epilogo della balena bianca continua ad occuparsi di Tocqueville.
Ossia di una cosa che a sua detta non interessa nessuno, ovviamente tranne sè stesso.
Oggi veniamo accusati di essere autorefernziali. Non c'è niente di male ad esserlo.
Autoreferenziali sono i lettori di Europa, iscritti o simpatizzanti della Margherita, di cui il quotidiano è organo.
Autoreferenziali sono gli aderenti a Generazione U, poichè si rivolgono autoreferenzialmente al centrosinistra in odor di mutazione in partito democratico.
Da che mondo è mondo si tende a distinguere il mondo in "noi" e "loro".
Lo fa anche il buon Adinolfi quando porta avanti la sua legittima tesi che "bloggare sia di sinistra". Tesi vera poichè, come abbiamo già spiegato altrove, non è aprire un blog l'azione di destra, ma iniziare a postare. E' quando si passa dall'apparire, tipico del sinistrorso radical-chic ("ho aperto un blog"), all'essere, caratteristica di destra ("scrivo sul mio blog"), che si rivela il carattere tipicamente di destra, (anche se i confini tra sinistra e destra sono alquanto labili), del postare.
E' il postare il naturale compimento dell'aprire un blog.
E' quando si pongono le proprie idee in un luogo che, seppur virtuale, è conoscibile e raggiungibile da tutti e ove tutti possono interagire con te che si palesa il carattere di destra del postare.
Il sinistro è convinto di avere la verità e quindi intende il suo essere in rete come una presenza messianica e didattica. Egli deve educare gli altri, nel senso di essere conduttore. Non ammette, poichè non capisce, la voce fuori dal coro, il dubbio.
Postare è di destra. E questo non lo smetterò mai di sostenere.
Per tornare a bomba (!!!) sull'argomento che ha ispirato questo post, mi sembra che Lenin sosteneva che quando i nemici ti lodano c'è da preoccuparsi. Parafrasandolo si può dire che quando i nemici si occupano di te, è probabile che hai imbroccato la strada giusta.
Che Adinolfi sia un "nemico" della CdL e di Tocqueville mi pare pacifico. E' questo suo interessarsi di Tocqueville, questa sua voglia di dettare la linea, di volerci dire quali strade prendere e come mutare che mi fa asserire che, probabilmente, la strada verso Tocqueville 2.0 sia la strada giusta.
Cosa me lo fa sostenere ?
Il fatto che nessuno consiglia il proprio nemico per il meglio. Il dipingere Tocqueville come una comunità sull'orlo della rottura serve a indebolire l'appeal dello stessa. E indebolire Tocqueville significa tagliare le gambe a qualsiasi possibilità di rinnovamento e di esistenza politica della Right Nation Italiana.
Gli Adinolfi non sono spaventati dalla CdL, che oramai non fa più paura a nessuno, ma da simboli come Tocqueville. Luoghi e spazi dove ci sono passioni, energie ed idee, quelle cose che la CdL non ha saputo, potuto o voluto produrre.
In Tocqueville si fa politica e non ci si accapiglia nè sulle poltrone, nè sulla leadership.
Dentro Tocqueville, seppur a fatica, sta prendendo forma un embrione di novità politica.
L'embrione di qualcosa che potrebbe relegarli alla sconfitta per decenni.
Ed è ovvio che i sinistri sperino in un aborto sia spontaneo che indotto.

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